Dal grande successo di FORZA VENITE GENTE

Dal 1972 la strepitosa storia tra il bene e il male.

Dopo il grande successo che ha avuto in giro per l’Italia torna Caino e Abele – Il Musical con una versione rinnovata in occasione del cinquantesimo anniversario dal suo debutto e diretto dal regista di Forza Venite Gente.

Lo spettacolo è un viaggio nella storia della cristianità. Dall’evoluzione del creato, ai giorni nostri. Il punto di partenza è la Genesi, quando “Dio creò il cielo e la terra”. Poi “creò l’uomo a sua immagine e somiglianza”. Creò Adamo ed Eva. La straordinaria figura di Gesù di Nazareth, che si è immolato per il bene dell’uomo, le sue parole, le sue immagini iconografiche vengono raccontate attraverso scene teatrali, silenzi ed atmosfere emozionanti.
Con l’ultima cena, il discorso agli Apostoli, il bacio di Giuda e la sua crocifissione raccontiamo la vita di quest’uomo che con il suo carisma e la sua spiritualità è riuscito a sconfiggere il male nell’eterna contrapposizione con il bene. Anche in Caino e Abele – il Musical una parte rilevante è dedicata a San Francesco e Santa Chiara. Il loro grido, questa volta, è necessariamente un grido di fratellanza e unione tra i popoli in questi tempi dove le guerre si diffondono sempre di più. Altre figure rilevanti sono presenti nel Musical come Santa Giovanna d’Arco, l’eretica bruciata viva in Francia, ma poi riabilitata dalla Chiesa e divenuta nei tempi moderni eroina nazionale. Il tema dell’immigrazione, attuale più che mai, viene raccontato con tre canzoni seguendo gli insegnamenti di Papa Francesco che ci invita a porgere la mano verso il prossimo in difficoltà, come oggi avrebbe fatto Gesù. Il dramma di Anna Frank e un quadro di Romeo e Giulietta completano l’opera, per evidenziare ancor di più la differenza tra bene e male che viaggiano insieme sulla strada della storia. Ma il bene avanza lento, perché chi fa del bene non ha fretta. Il male invece avanza veloce, senza porsi domande, sicuro di sé e spavaldo sul buio sentiero delle tenebre, ma destinato a scontrarsi contro il muro dell’ignoto.

Fedele all’originale per trama e partiture musicali, ma rinnovato nel cast e nello sviluppo drammaturgico, Caino e Abele – il Musical vuole tornare a parlare ad ogni tipo di pubblico. Tutte le canzoni sono incorniciate con coreografie e azioni sceniche tipiche del teatro moderno innescando il ritmo incalzante, caratteristico dei Musical nord Europei. Un’altra novità è che, simultaneamente alle canzoni, i personaggi saranno rievocati con una recitazione moderna e realista attraverso innesti drammaturgici, frutto di un accurato studio biografico e contestuale.

Il primo Musical italiano

Per la prima volta, almeno in Italia, un oratore di musiche folk trova la vastità di respiro e l’unità di ispirazione da comporre e da proporre, con autenticità di consenso una vera e propria opera musicale.
L’amore e l’odio, Abele e Caino, la creazione e la distruzione e la morte in continuo alternarsi e spesso sovrapporsi hanno intessuto drammaticamente la storia dell’uomo: dalle primissime origini a oggi.

È stato con un atto di puro amore che agli inizi dei tempi Dio creò l’universo e in esso l’uomo: ma non trascorrerà molto tempo che Caino, geloso, ucciderà Abele l’innocente;che Giuda tradirà Cristo col più simbolico gesto d’amore: il bacio; che Luther King e Anna Frank cadranno, amando e infocando la pace tra gli uomini, colpiti dalla violenza, sempre cieca, e dall’odio talora sottilmente e ragionatamente diabolico. Solo l’amore arcano e perenne di Francesco e Chiara, solo la lunga e paziente sofferenza laboriosa dei negri delle piantagioni americane (e direi di tutti gli uomini che lavorano, in ogni parte del mondo che considerano il lavoro, di per sé, fonte e opera di riscatto e di elevazione) costituiscono come una pausa al combattimento cruento tra l’amore e l’odio, tra Abele e Caino.
Tema altissimo, appassionante, davvero universale.

Ma quel che avvince davvero in questa opera folk di Tony Cucchiara, oltre l’indiscussa importanza dell’assunto, oltre la semplicità nuda e popolare delle scarse parole (poco più che didascalie indicative di guida o addirittura di enunciazione degli argomenti e dei personaggi che appartengono tutti alla mitologia universale del Bene e del Male), è la sincerità e la felicità e spesso la novità di ispirazione che sorregge la vasta e ricorrente tessitura musicale. Non voglio cercare in che modo o in che misura ( non è il mio compito) Tony Cucchiara sia del tutto originale, o se altri prima o meglio di lui si son già messi per questa strada: quel che mi sento di dire, esprimendo un sentimento autentico di ascoltatore, è che questa opera convince e commuove e rende partecipi per la sincerità del canto, delle melodie e dei cori; non ho mai sentito la falsità o l’astuzia del contrabbando e della moda, ma sempre schiettezza e personalità.

L’opera si apre e si chiude con due brani che son tra i belli dedicati direttamente all’Uomo: la preghiera di ringraziamento, all’alba del tempo, per essere nato; e la richiesta supplichevole, un’altra preghiera, perché, oggi, sia perdonato del male e sia soccorso nella fatica del vivere in un mondo come il nostro in cui odio e amore, Abele e Caino, si ritrovano ogni giorno faccia a faccia.

di Ghigo de Chiara


Il Musical che entusiasma
pubblico, stampa e critica.

  • …è stato un ritorno in grande stile…
    …calato il sipario sulla “prima”, i calorosissimi applausi sono durati alcuni minuti, insomma un successone,come del resto, in chiave minore per via della capienza del teatro, era già accaduto un anno fa al Sangenesio.
    …che Caino e Abele abbia successo è logico; le musiche composte da Cucchiara sono molto belle, la troupe, tutta composta da giovani e giovanissimi,non si risparmia ed è assai agguerrita, i testi delle canzoni sono di ottimo livello, i temi trattati sono svolti con semplicità e sincerità, elemento quest’ultimo che è probabilmente determinante.
    Insomma è un lavoro eccellente, nuovo per noi…
    …Cucchiara e i suoi collaboratori riescono a proporre un discorso chiaro e immediato, che coinvolge gli spettatori quasi senza riserve, grazie anche ad una interpretazione efficace e sobria.

    Fabrizio Zampa
    il Messaggero

  • Quando una platea come quella del Sistina scatta in piedi e applaude a lungo, richiamando ripetute volte al proscenio gli artisti, è segno evidente che lo spettacolo presentato da questi artisti ha raggiunto il più ambito dei traguardi: il successo.
    …in questa Opera Folk che ha, tra l’altro, il non indifferente pregio di essere stata la prima in Italia non c’è nulla di artefatto, di sofisticato, mai una forzatura, bensì un tessuto compatto che non presenta smagliature. E c’è il ritmo, sicchè si arriva al quadro finale senza quasi accorgersene.
    …gli interpreti, tutti bravi, bravissimi.

    Marcello Fratoni
    Il Tempo

  • …un nuovo tipo di spettacolo: uno spettacolo che in chiave moderna porta sulla scena quel che un tempo portavano sulle piazze i cantastorie…
    …a distanza di un anno, una migliore scorrevolezza e fusione dei vari elementi…

    Pietro Mondini
    Paese Sera

  • …ancor più esplicitamente che in Jesus Christ Superstar, le istanze problematiche di Caino e Abele suggeriscono una rilettura dei testi sacri in chiave d’attualità, con nitido riferimento ad emblematici episodi conflittuali del nostro secolo.
    …l’allestimento scenico è senza dubbio piuttosto efficace, nella sua semplicità.

    D. G.
    L’unità

  • Fra tutti i giudizi espressi nel corso della lunga tournèe di Caino e Abele, crediamo che il più calzante sia quello del dott. Spadoni, direttore della Pergola di Firenze: “scomponendo questo lavoro ci si accorge di una sua magia, di qualcosa che afferra lo spettatore per la sua semplicità. E’ un attimo di sosta nella nostra vita meccanizzata, senza respiro. E’ un ritrovare un’emozione di quando si era ragazzi, il riaffiorare di una purezza che credevamo scomparsa e che invece era soltanto sopita”.

    Enrico Morbelli
    Il Giornale d’Italia

  • …L’Opera Folk, Caino e Abele, si lascia vedere con interesse e partecipazione proprio per quell’apparente “povertà” con cui è messa sù.
    …il pregio maggiore dello spettacolo è la semplicità, la mancanza di presunzione, una certa umiltà. Le melodie semplici ed accattivanti.

    Alba Calia
    Momento Sera

  • Fra tanti ambigui esperimenti anche negli spettacoli musicali, questo lavoro si colloca con una sua limpidezza e con un suo accento decisi.
    …è un discorso diverso e alla fine unico, lievitato al tempo stesso dalla grazia e dalla finezza.
    …teatro deliberatamente povero, Caino e Abele, si arricchisce dal di dentro.
    …intenso ma gradevole e avvincente nella espressività dei suoi movimenti si fa seguire tutto con partecipazione.
    …una accoglienza commossa ed entusiastica fatta allo spettacolo dal pubblico del Sistina, che alla fine non si stancava di chiamare alla ribalta tutti gli attori e di chiedere repliche del finale…

    S. S.
    Il Popolo

  • …tra i motivi dell’incandescente successo decretato alla Pergola da un migliaio e più di giovani all’Opera Folk di Tony Cucchiara, Caino e Abele, non credo sia da sottovalutare il fatto che all’ormai inflazionato spreco di corpi nudi, di erotismo spicciolo, di violenze verbali, questo spettacolo oppone una estrema pulizia, un’onestà di intenti un’umiltà interiore.
    …il Miserere conclusivo, orecchiabile e suggestivo come altre belle pagine di Caino e Abele, è un grido di speranza e di fiducia nell’uomo.

    Paolo Emilio Poesio
    La Nazione

  • Molto al di là di ogni previsione, lo spettacolo di Tony Cucchiara, Caino e Abele, ha riscosso al Verdi un successo davvero travolgente e questo per la levatura sicuramente fuori dal comune dei testi, della musica, delle coreografie, della recitazione, della regia.

    P. V.
    Il Gazzettino di Venezia

  • …assoli di canti, cori, coreografie su una trama musicale non banale in un’Opera Folk che si segnala, per l’entusiasmo profuso dagli interpreti tutti impegnati allo spasimo e che, anche se cantanti di musica leggera, hanno trovato su questo palcoscenico una giusta collocazione.
    Il foltissimo pubblico della “Prima” dopo una fase iniziale di incertezza alla fine ha decretato un caloroso successo.

    Giorgio Martinelli
    Il Resto del Carlino

  • …uno dei più nobili spettacoli presentati a Lugano…
    Applausi in crescendo, sino al trionfo finale.

    Giuseppe Biscossa
    Giornale del Popolo di Lugano


Brochure di sala 1972

Brochure di sala 1978-1988

Brochure di sala 2010-2011


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